se per la troppo climoranza loro, ovvero credesse, che non dovessi no tornar più da lui, ritornarono in Acre, menando seco
Marco sopradetto, e con parola del prefato Legato, andorno
in Gerusalemme à visitar il sepolcro di M. Gesù Cristo, dove
tolsero dell olio della lampada, si come dal Gran Can gli era
stato comandato; e pigliandole lettere del detto Legato, di’
rizzate al gran Can, nelle quali, si conteneva come essi avevano fatto l’ufficio fedelmente, e che ancora non era eletto il
Papa de’ cristiani, andorno alla volta del porto della Giazza. lG
Nel medesimo tempo, che costoro si partirono di Acre, il
prefato Legato, ebbe messi d’Italia da’ Cardinali com’egli era
stato eletto Papa, e si misse nome Gregorio decimo; quale
considerando, che al presente, che egli era fatto Papa, poteva ampiamente sodisfar alle domande del Gran Can, spacciò
immediate sue lettere al Re d’Armenia, dandoli nuova della
sua elezione, e pregandolo: che se gli due ambasciatori che andavano al Gran Can, non fossero parlili, gli facesse ritornare
a lui. Qnesle lettere,, gli trovorno ancora in Armenia, li quali
con grandissima allegrezza volsero tornar in Acre, e per il dello
re gli fu data una galea, e uno ambascialore, che si rallegrasse con il Sommo Pontefice. Alla presenza elei quale giunti, fu16. La Giazza che è ì’Issus degli Antichi, luogo celebre per la rotta data a
Dario da Alessandro / vien «letto da Turchi Ajazza è un porto sul confine della Cilicia e della Sorìa. Nella Carta d’Asia dell’Anville è notato col nome
d’Ajas. Nel Codice da noi pubblicato è appellato Layas (pag. 5). Abulfeda
scrive » Alaja parva urbecula ad sinum IYlaris Mediterranei, unum de emporiis
illarum terrarum. » (Geogr. p. J02).
17. Intorno a delta elezione cosi discorre il Muratori. (Annali d’ltal. an.
1271.) » Fecero essi (tutti i Cardinali e il Sacro Collegio) adunque un compromesso nel di primo di Settembre in sei Cardinali, i quali senza perder
tempo nominarono Papa, Tedaldo, appellato ancora Tebaldo, della nobile
casa dei Visconti di Piacenza, non cardinale, non vescovo, ma solamente arcidiucono di Liegi, personaggio non dimeno di santi costumi, che si ritrovava allora in Accori, ossia in Acri di Sorìa dove faticava in servigio delia
Cristianità. Parve maravigliosa questa elezione, perchè egli neppure era conoscinto da alcuno dei Cardinali, eppur tutti consentirono in lui, e se ne applaudirono bene a suo tempo: cosi beltà riuscita fece questo degnissimo successore di S. Pietro. Spedi il Sacro Collegio Ambasciatori ad Accon a notili-.
carli la sua promozione. Accettò egli l’elezione, e prese dipoi il nome di
Gregorio X. ». Anche il Cod. IVicc. dicelo dei Visconti di Piacenza (T.
I. p. 4.).