Pagina:Praga - Memorie del presbiterio.djvu/220

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«La vecchierella bussò leggermente all’uscio che fu subito aperto e si rinchiuse dietro a lei.

«Il dottore s’era fermato ed anch’io.

«Egli esitò qualche minuto poi lo vidi attraversare la strada ed accostarsi alla casa, si pose sotto la finestra e stette in ascolto.

«Dopo un quarto d’ora si riscosse come avesse preso una ardita risoluzione, si appressò alla porta, e picchiò colle nocche delle dita.

«Questa volta indugiarono nell’aprire.

«Finalmente il finestrello si rabbuiò e quasi subito nel vano dell’uscio socchiuso apparve la vecchierella da noi seguita che teneva un lume in mano.

«Il dottore scambiò con lei alcune parole che non intesi.

«La donna parve perplessa, lo guardava intimidita.

«Ma, dopo qualche minuto, si tirò in disparte e lasciò passare il dottore.

«La porta fu di nuovo chiusa a giro di chiave.

«Allora venne la mia volta di appressarmi al finestrello: già ero venuto per qualche cosa...... —

Il signor Bazzetta mi guardò come per assicurarsi che io non avevo obbiezioni da fare contro l’assoluta convenienza del suo contegno, pronto, se mai, a confutarlo con un’intera batteria di argomenti.

Io non battei palpebra.

Egli proseguì:

« — Mi trovavo dalla stessa parte della casa nell’ombra. Avanzai piano pianino rasente il muro e venni ad appostarmi.

«La posizione era sicurissima. Impossibile addirittura l’essere sorpreso. Rimpetto, il muro liscio ed alto della canonica di S. Eustachio. Dalla parte dond’eravamo venuti la strada correva diritta per un