Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/217

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riva e il garda

suo lembo spande
una penisola,
che sconta in lacrime
55la sua beltá.


     Ma, in tacit'angolo
pur si riposta,
fra i cedri e i pampini
che ti fan serto,
60chi a te si accosta
sotto gli effluvi
di ciel sí aperto,
sente che l'agili
aure d’Italia
65respira ancor.


     Ché sol dov’Eno
tra i cardi e l’erica
serpe inameno,
stridono i rididi
70venti, che abbattono
la mente e il cor.


     Oh, qual si mesce
turba gioconda,
ch’urta e rincresce
75lundo i tuoi portici,
sulla tua sponda,
nobili i sandali
d’ausonia polvere,
cara cittá!


     80Nome di patria,
terror di vili,
t’empie di spiriti
novi e gentili.