Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/237

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infedeli, e pur potenti e numerosissimi, e la famigliuola di Giacobbe, che serrata, per così dire, in angusti confini, custodisce e difende il sacro deposito d’una Legge che doveva poscia diffondersi per tutto il mondo!

E quanto a storia, qual avvene più favorevole alla poesia? Non ispiaccia a’ miei lettori che io tocchi così di volo alcuni punti de’ principali. Nulla dirò della brevità misteriosa e dotta semplicità ond’è raccontata la creazione del mondo, e la prima colpa, e il diluvio, e la torre. Ma qual altro personaggio storico può paragonarsi ad Abramo? Questo patriarca, alla testa d’un pugno di servi e d’una greggia, migra dal paese natale; e, per un cammino ad ogni ora interrotto da miracoli e da apparizioni, cerca una stabile sede a’ suoi discendenti dietro la scorta d’una straordinaria promessa. Santifica passando il terreno, e il luogo ove spiega le tende acquista nome da lui: la quercia che protegge i suoi sonni, la pietra che raccoglie le sue oblazioni, il colle che ascende ad orare, diventano monumenti di patrie glorie e di religione. Nella vita di quest’uomo singolare, salito in venerazione presso tutte le tribù del deserto, qual processione di avvenimenti mirabili, compassionevoli, edificanti! Le domestiche dissensioni, il ripudio della fantesca, le peregrinazioni, i sacrificii, le guerre, l’alleanza immutabile, il simbolico olocausto del figlio, la morte, i funerali, la successione. E ciò che s’è detto d’Abramo dicasi