Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/321

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role, diceva, non so se per prender tempo, o per levarsi assolutamente dattorno quella seccatura; e un giovanotto, a cui erano passati tre mesi tra i languori della speranza, rimproverava la sua innamorata di freddezza e d’ingratitudine colla formula slessa fatti fatti e no parole. Bada ai discorsi dei negozianti, alle dispute degli avvocati, alle polemiche dei giornalisti, e ci troverai sempre, o espresso o sottinteso, il senso di questa frase: fatti fatti e no parole.

Tutti dunque siamo d’accordo che le parole riescono a nulla se non hanno il puntello dei fatti. Ma si usa questa frase con giustizia sempre, e da tutti? È egli poi vero che sempre si abbiano a volere fatti e non parole? E chi domanda fatti in cambio di parole intende egli bene ad ogni ora che cosa siano le parole di cui fa rifiuto, e que’ fatti ai quali solamente mostrasi affezionato? Non ci sono di quelli che credonsi fatti e non sono più che parole, e all’incontro di quelle che sembrano all’aspetto esteriore sole parole, e chi ne cerchi poi l’interiore sostanza, le sono fatti de’ più gravi e importanti?

Dalle parole nascono i fatti, e i fatti hanno anch’essi bisogno delle parole. Vi sono parole che vagliono i più bei fatti, e fatti che non valgono una parola; ci hanno alcuni momenti della vita in cui sono necessarii i fatti, alcuni altri pei quali richiedonsi le parole. Parole senza fatti sono aria che non trova strumento per cui passando rimanere modificata secondo le leggi