Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/325

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bisogni d’una parte è bene che si pensi anche all’altra. Tanta infelicità c’è a non aver nulla di che cibarsi, quanta a non aver altro dominio che sopra il cibo. Quanti, fanciullo mio, a cui la mente è feconda di graziosi fiori, e il cuore è consolato dall’olezzo elettissimo delle più care virtù, appetiscono il frutto che veggono in mano d’altri; mentre questi sarebbe assai contento di cederlo per alcuno di que’ fiori, o per respirare alcun poco di quell’odore che gli consolasse l’anima puzzolente! Chi fa rifiuto dei fiori con troppa inconsideratezza, come hai tu fatto, si vede punito dall’abbondanza soverchia delle frutta; e all’incontro un continuo languore è debita pena a chi perdesi con troppa esclusiva ansietà dietro ai fiori. Ricordati quanto hai veduto ed udito, e fa senno.»

La Fata, detto ciò, spari di nuovo dagli occhi del giovane, e questi si trovò, senza saper come, fuori dell’orto, e, ritentati i cancelli, dovette persuadersi che gli sarebbe stato impossibile di più rientrarvi.