Vai al contenuto

Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/149

Da Wikisource.

137

bisogni di maggior forza d’animo a non lasciarsi abbattere dall’urto repentino della fortuna; quegli che cade dall’alto in basso, o veramente chi da terra è sospinto poco meno che in ciclo? È questa la domanda che intendiamo porga soggetto al presente articolo. Esaminata la cosa con qualche attenzione, ecco ciò che ne parve di poter dire.

Primieramente si dia un’occhiata al passato, essendo da questo appunto, messo in contrasto col presente, che l’animo nostro riceve la violenta impressione, dato il caso di un cangiamento. Potrebbe a prima giunta parere che in ciò le parti dovessero essere pari, ma così non è veramente. Il ricordarsi onorato e potente accresce per una gran parte il dolore a chi non ha più nė potenza nė gloria, ma per altra parte gli viene anche riverberando sulla miseria presente un qualche raggio della passata grandezza. All’incontro, assai presto ci dimentichiamo lo stato di avvilimento e di povertà in cui siamo vissuti, appena ne accade di vederci accerchiati dalle ricchezze e dagli omaggi. Di che un subito squilibrio nei nostri pensieri e nelle nostre abitudini, ossia un trovarci ineguali alla nuova sorte a cui fummo chiamati. Al qual proposito è da notare che le persone cadute da condizioni elevate, vuoi d’onore, vuoi di ricchezza, sono men facili a perdere l’alterezza compagna alle condizioni suddette, di quello siano ad assumerla quelle altre persone cui incontra l’opposto.