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XV.

NUOVO COMMENTO AL PROVERBIO:
MAL NO FAR E PAURA NO AVER.

Io sono veneratore profondo de’ proverbii, ed ho per gioielli i libri che ne discorrono o ne fanno uso frequente. Amo di amore sviscerato le persone che ne ingemmano la conversazione; sto per dire anche quando ciò fanno fuor di proposito, ciò che accade, per verità, non molto raramente. Carta canta e villan dormi, diceva un buon uomo, giorni sono, dopo aver raccontato le brighe forensi e le varie interpretazioni a cui aveva dato materia non so che scrittura. E ad un tale, che andava pronosticando vicina la propria morte crepi l’astrologo, soggiunse una gentile signora per impeto di amicizia.

La mia indulgenza con chi cita i proverbii a rovescio deriva, oltrechè dall’amore che porto in genere ai proverbii stessi, dalle ripetute osservazioni che ho fatte circa le guise diverse, e talvolta opposte, secondo le quali possono essere intesi. A tavola non s’invecchia, ecco un proverbio de’ più comuni: ma, domando, si ha ad intendere che la tavola accorcia la vita, o che il tempo che si spende nello starsene a tavola ridona o mantiene la gioventù? Notando siffatte ambiguità nella significazione de’ proverbii, fui