Vai al contenuto

Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/346

Da Wikisource.
334

altri le commozioni del proprio animo è dono accordato dalla natura a quelli tra’ suoi figli che volle privilegiare. Oltrechè vuolsi avvertire non essere le passioni proprie cui lo scrittore sia in obbligo ad ogni ora di ritrarre, bensi doversi egli far interprete di tutte quante esser possono quelle d’altrui. Di che ne segue che il dire d’uno scrittore che egli ha un forte sentire non significa ciò che per le stesse parole s’intenderebbe d’ogni altro uomo. Il sentire d’ogni uomo si riferisce a quanto gli è individuale; quello dello scrittore all’arte cni deve maneggiare. Certo la cupezza dei sentimenti della corte neroniana, divinamente ritratta da Racine nel Britannico, non era propria di quel poeta come uomo, ma soltanto come artefice di tragedie.

Tutto questo discorso, che certamente riesce scipito e superfluo per tutti coloro che sonosi fatto un giusto concetto dell’arte di rappresentare col mezzo della parola le proprie passioni e le altrui, si fa necessario in un tempo in cui molta parte di quelli, che non trattano le lettere per vocazione, ne parlano pure per ozio e per arroganza. Trovarono uua maniera assai comoda di chiacchierare di cose che domandano disposizioni d’animo e studii, essi che non hanno nè questi nè quelle, col negare la loro importanza: simili a chi, inetto per fiacchezza di membra a portare le ferrce armature de’tempi cavallereschi, dicesse essere inutile a que’ tornea-