Pagina:Protocollo della repubblica romana.djvu/7

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A CHI LEGGERA’




A

l primo annuncio che un’armata straniera col bacio della fratellanza, avea violato il territorio della Repubblica; al primo grido d’allarme mandato dall’Assemblea e dai Triumviri concordi nel protestare contro a codesto abuso della forza, a codesto oltraggio recalo alla buona fede del popolo; da tutte le parti dello Stato sorse un fremito d’indignazione, contro l’invasore, e una parola d’affetto verso il Governo che s’apprestava a combatterlo.

I Municipj di recente costituiti dal voto popolare, provocati, o con mene secrete, o con aperta violenza a separarsi dal Governo della Repubblica, e a dichiararsi per una ristaurazione papale, congregati in Consiglio, quali per invito de’ Presidi, quali per proprio istinto, rogarono la loro adesione alla Repubblica accompagnandola colle più calde proteste di voler accettare qualunque sagrificio, e affrontare per essa qualunque pericolo.

Le milizie Nazionali de’ varj paesi fecero Io stesso: e s’affrettarono a correr su Roma per avvalorar le parole co fatti. Non parliamo dei Circoli che furono sempre il centro delle più generose risoluzioni, e il focolare dc’ più nobili eccitamenti. I loro indirizzi, varj di stile e di forma, ma unanimi nel concetto,