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canto sesto. | 117 |
ad alcuno; e l’ usò, infra gli altri, Dante da Maiano:
E quella cui son gaggio,
Non credo mai le risovvenga.
E in quest’ultimo significato deriva, secondo il Castelvetro medesimo, da vades, che significa la persona promettente e obbligata.
29. ch’egli assaggino il metallo. Egli invece ch’eglino. Assaggiare il metallo poi significa assaggiare, provare le armi. — Che penson di venir costoro al ballo? Che si danno a credere di venire a intraprendere una leggiera bisogna nel venire a provarsi meco? Venire e andare al ballo, per andare ad una festa di ballo manca nei Vocabolarii; ma ve n’ha uno spiccato esempio nell'Ajone, Canto I, St. 28:Con Ine, ch’era ancor donna assai fresca,
Venne al ballo invitata la figliuola.
38. superba. Per superbia, in servigio della rima. — una nespola acerba. Nespola è nome di frutta nota, derivato dal greeo μέσπιλον, che i latini dissero mespilum; d’onde gli Italiani, cambiata la m in n, fecero nespila, e poi nespola. Appiccare una nespola acerba significa percuotere con gran forza, gravi ictu.— balenar Dodone. Balenare è quell’ondeggiare che fa chi per ebbrezza o per altra cagione non può reggersi in piedi.
42. Rinaldo aveva ec. Badava a non ferire Orlando in parte dov’e’ potesse cagionargli ferita pericolosa.
44. Frusberta e Cortana. Nomi delle spade dei due combattenti. Ricordisi che Orlando avea tolta Cortana a Ermellina.— che con essa impennella. Impennellare significa dar di pennello, o delle pennellate. Qui vale figuratamente colpire.
45. riscaldato. Preso da ira; e dicesi comunemente.
48. come scocca il giorno. Dicesi anche comunemente, alla punta del giorno.
53. Questo brieve mi diè. Breve è veramente un piccolo involto entro al quale pongonsi orazioni, reliquie, e simili cose, e che portasi al collo per devozione. Brevi chiamansi anche lo lettere e decreti papali. Qui sta per lettera semplicemente.
62. se bene ogni cosa raccoppio. Accoppio, raccozzo.
66. Are’ti io. T’avrei io?
68. corbacchion di campanile. Corbacchione è accrescitivo di corbo, e vale corbo o corvo grande. Corbacchione di campanile poi dicesi a chi non si lascia aggirare o muovere da parole: ed è presa la figura appunto dai corvi, i quali usando ricoverarsi in luoghi eminenti, come torri o campanili, ancorchè suonino le campane non se ne spaventano e non fuggono. Nello stesso significato dicesi anche Formicon di sorbo.