Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/15

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xii prefazione dell'annotatore.

gli permise di soffermarsi ad esaminare se questa proibizione non potesse essere forse posteriore alla morte del Pulci. Aveva studiato il Morgante, e se n’era anche giovato. La scienza ch’ egli attribuisce ai demonii, il loro pentirsi fuor di speranza, gli alti sentimenti ch’ egli pone in alcuni di loro, e segnatamente il principio che, non ostante il delitto e la pena, ritengono tuttavia la grandezza e la perfezione dell’angelica loro natura, si trovano nell’uno e nell’altro poema. L’Ariosto ed il Tasso imitarono diversi altri luoghi. Ma quando i grandi poeti tolgono a prestito da ingegni inferiori, essi migliorano di tanto le cose tolte, che è pur difficile di scoprire i lor furti, e più ancora di poterneli biasimare.

Il poema è zeppo di re, di cavalieri, di giganti e di diavoli. Vi ha molte battaglie e molti duelli. Guerre derivano da altre guerre, e gl'imperii vengono di colpo conquistati in un giorno. Il Pulci ne fa trattamento copioso di magie e d’incantamenti. Le avventure amorose non hanno particolare interesse, e fatta eccezione di quattro o cinque persone principali, i suoi caratteri non sono d’alcun momento; la favola appoggiasi interamente all’odio che Ganellone, perfido cavalier di Maganza, porta ad Orlando e agli altri paladini cristiani. Carlomagno si lascia facilmente aggirare da Ganellone, suo agente e suo intrinseco, che bistratta Orlando e gli amici suoi nella guisa la più ribalda, e li sommette a duri servigi nelle guerre contra la Francia. Ganellone è mandato in Ispagna per trattare con re Marsilio a fine di ottenere per Orlando la cessione di un regno; ma in quella vece egli macchina un tradimento cogli Spagnuoli, e Orlando è ucciso nella battaglia di Roncisvalle. Le mene di Ganellone, l’invidia, l’ostinazione, la dissimulazione, la finta umiltà, l’attitudine sua a sempre nuove fallacie, ciò tutto è dipinto mirabilmente; e il carattere di Ganellone è il principale e più accurato lavoro di tutto il