49 E pure ancora in Morgante si fida,
E dicea spesso: Il mio fallar ti costa,
Ch’io temo questa gente non t’uccida.
Ecco Rinaldo ch’al cerchio s’accosta,
E com’e’ giunse, metteva alte grida,
Tanto che molto la gente discosta:
Oltre, gente bestial sanza vergogna,
Poi ch’a due a piè tanto popol bisogna.
50 Fatevi a drieto; e Frusberta menava:
Tutti sarete, Saracin, qui morti.
Meridiana, quando l’ascoltava,
Subito par che tutta si conforti:
Allor Rinaldo i colpi raddoppiava,
E vendicava di lei mille torti;
E poi in un tratto, com’un leopardo,
In mezzo il cerchio fe saltar Baiardo.
51 E fe saltar Meridiana in groppa,
Che si gittò di terra com’un gatto,
Nè mica parve affaticata o zoppa;25
E fuor del cerchio risaltò in un tratto:
Così con essa pel campo galoppa.
Ognun ch’il vide ne fu stupefatto:
Quest’è Rinaldo, o ’l gran Signor d’Angrante,
Dicevan tutti: e lasciorno il gigante.
52 E molti al padiglion si ritornorno,
Veggendo cose far sopra natura;
In questo tempo giunse Salincorno;
Meridiana il vide per ventura:
Rinaldo nostro cavaliere adorno,
Che non tenea Frusberta alla cintura,
Gli trasse d’un fendente in sull’elmetto,
Che gli cacciò Frusberta insino al petto.
53 E Salincorno cadde in sul terreno,
E vendicata fu la damigella;
Rinaldo prese il suo caval pel freno,
E fe montar Meridiana in sella,
Che vi saltò su in manco d’un baleno:
E Ulivier, che vide la donzella,
Disse: Io venivo ben per darti aiuto,
Ma le schiere passar non ho potuto.