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26 il morgante maggiore.

19 E 'n questo ragionando hanno veduto
     Un bel palagio in mezzo del deserto:
     Orlando, poi ch’a questo fu venuto,
     Dismonta, perchè l’uscio vide aperto:
     Quivi non è chi risponda al saluto.
     Vannone in sala, per esser piú certo:
     Le mense riccamente son parate,
     E tutte le vivande accomodate.

20 Le camere eran tutte ornate e belle,
     Istoriate con sottil lavoro,
     E letti molto ricchi erano in quelle
     Coperti tutti quanti a drappi d’oro:
     I palchi erano azzurri, pien di stelle,
     Ornati sì, che valieno un tesoro:
     Le porte eran di bronzo, e qual d’argento,
     E molto vario e lieto è il pavimento.

21 Dicea Morgante: Non è qui persona
     A guardar questo sì ricco palagio?
     Orlando, questa stanza mi par buona,
     Noi ci staremo un giorno con grand'agio.
     Orlando nella mente sua ragiona:
     O qualche Saracin molto malvagio
     Vorrà che qualche trappola ci scocchi11,
     Per pigliarci al boccon come i ranocchi;

22 O veramente e’ c’è sotto altro inganno;
     Questo non par che sia conveniente.
     Disse Morgante: Questo è poco danno;
     E cominciava a ragionar col dente12,
     Dicendo: All’oste rimarrà il malanno;
     Mangiam pur molto ben per al presente;
     Quel che ci resta, farem poi fardello13,
     Ch’io porterei, quand’io rubo, un castello.

23 Rispose Orlando: Questa medicina
     Forse potrebbe il palagio purgare.
     Hanno cercato insino alla cucina,
     Nè cuoco, nè vassallo usan trovare:
     Adunque ognuno alla mensa cammina,
     Comincian le mascella adoperare;
     Ch’un giorno già mangiato avean in sogno,
     Tal che di vettovaglia era bisogno.