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210 il morgante maggiore.

4 Non so se Fuligatto Montalbano
     Vedrà, chè pel cammin forse fia morto:
     Io cominciai a cantar di Carlo Mano:
     Convien che ’l mio cantar pur torni in porto,
     E ch’io punisca il traditor di Gano
     D’un tradimento già ch’io veggo scorto
     Cogli occhi della mente in uno specchio;
     E increscemi di Carlo, ch’è pur vecchio.

5 O Carlo, avventurato presto in Cielo,
     Tu sarai tribolato al mondo ancora,
     Che pur pensando al cor mi nasce un gelo;
     Tornato è Gano, e notte e dì lavora,
     Ch’el mal del traditor ne va col pelo:
     E Carlo al modo usato crede e ignora,
     Che il traditor si stia maggese e sodo,
     E non pensassi ogni malizia e frodo.

6 Del Veglio il gran sir già della montagna
     Rimase un figliuol detto Buiaforte,
     E per paura si fuggì in Ispagna,
     E il re Marsilio lo tenne in sua corte;
     Perchè l’alta regina egregia e magna
     Antea cercava di dargli la morte,
     E molto il perseguì colle sue squadre,
     Recordata dell’odio del suo padre.

7 Venne costui nell’arme valoroso,
     Ma molto fu superbo ed arrogante,
     E in piccol tempo diventò famoso,
     E fece assai per la fede affricante;
     Portava un baston duro e ponderoso,
     Ed avea membra quasi di gigante,
     E molto amava il re Marsilio questo,
     Come altra volta fia più chiaro il testo.

8 Intanto la gran fama in tutto suona
     Della reina gloriosa Antea,
     Che adorar si facea in Babillona,
     Nè più Semiramisse si dicea;
     Ella tenea lo scettro e la corona
     Dell’Oriente, e pur nel cor avea
     La morte del suo padre, e tempo aspetta
     Contra a’ Cristian per far crudel vendetta.