14 Ed ordinò gran popol saracino
Il re Marsilio e per terra e per mare;
Ma ritornato il savio Bianciardino,
Cominciò questa impresa a sconfortare;
E seppe insino a’ tempi di Pipino
Tante cose a Marsilio ricordare,
Che gli mostrò la guerra assai dubbiosa,
E consigliollo alfin di stare in posa.
15 Era pur savio il re Marsilione,
E molto a Bianciardin prestava fede;
E raffreddossi, intese le ragione,
E scrisse ’Antea che ’l tempo nol concede;
Ch’avea da Carlo Man buona intenzione:
E così Bianciardin diceva e crede
Che in piccol tempo sua Corona magna
Farà la pace, e renderà la Spagna.
16 Aveva Carlo la Spagna racquistata,
Per coronarne il suo nipote e conte,
E di tutta Aragona e di Granata:
E Ferrau morto era già in sul ponte:
Ma perchè questa è cosa assai vulgata,
E tante lunghe istorie ne son conte,
Ritorneremo alla reina Antea,
Che di nuovo a Marsilio rescrivea.
17 Ma poi che in mezzo di tutto il consilio
Aperte e lette le lettere furno,
Fu la risposta fatta da Marsilio,
Che teneva e di piombo e di coturno;
E molto piacque a tutto il suo concilio,
E disse come Diomede a Turno,
Che si pentiva del tempo passato,
Chè poco aveva con Carlo acquistato.
18 Iscrisse adunque la reina a Gano,
Che dovessi aguzzar tutti i suoi ferri,
E come il re Marsilio spera invano,
E Bianciardin gli par di lunga l’erri,
Che rendessi la Spagna Carlo Mano,
E mostragli per datter men che cerri:
Che il confortassi a dargli aiuto e presto,
Che il tempo accomodato proprio è questo.