94 A poco a poco questa filastroccola
Questi giganti tabaccava, e sdrucciola;
E quel fantin, come chi spesso smoccola,
Si vede or sì or no come la lucciola;
Sicche comincia a girar lor la coccola,
Chè non parea che gli stimi una succiola;
Ed ognun ride a veder questa chiappola,
Quantunque ancor non s’intenda la trappola.
95 Hai tu veduto il can colla cornacchia,
Come spesso beffato indarno corre?
Ella si posa, e poi si lieva e gracchia;
Così costor non si poteano apporre:
Dunque Malgigi ne trarrà la macchia;
Ed ogni volta che gli volean porre
Le mani addosso, egli spariva, o sguizza,
Tal che i giganti scoppion per la stizza.
96 Ma come Antea questo vide di botto,
Fra suo cor disse: Que’ giganti matti
Non intendon l’inganno che v’è sotto:
Questo è di Malagigi de’ suoi tratti,
Che certo il mio disegno m’arà rotto.
Intanto colui pur facea certi atti;
E per tentargli nella pazienzia,
Le chiappe squadernò, con reverenzia.
97 Guarda se vuole il Marguttin la baia:
E’ va lor tra le gambe per dispetto,
Impronto più ch’una mosca culaia.
Ecco apparire intanto un bel boschetto,
Tondo, impaniato com'un'uccellaia,
Non falsa illusion, ma con effetto:
Le frasche natural, la pania, e ’l vischio,
E la civetta, e gli schiamazzi, e ’l fischio.
98 Il gigantin nel boschetto si tuffa,
Come il tordo talvolta o altro uccello;
Poi gli dileggia, e fa coppino e struffa,
E faceva con bocca e con l’anello:
Questi giganti, irati per la buffa,
Come sparvier si chiuson drieto a quello;
E in qua ed in là pel boschetto si volsono,
Tanto che tutte le frasche raccolsono.