2 Partironsi costoro alla ventura;
Vanno per luoghi solitari e strani,
Sanza trovar mai valle nè pianura,
Non senton cantar galli, o abbaiar cani:
Pur capitorno in certa parte oscura,
Ove e’ sentiron di luoghi lontani
Venir certi lamenti afflitti e lassi,
Che parean d’uom che si ramaricassi.
3 Dicea Morgante a Margutte: Odi tue,
Come fo io, un certo suono spesso
D’una voce che par che innalzi sue,
Poi si raccheti? ella debbe esser presso.
Margutte ascolta ed una volta e due,
E poi diceva: Anch’io la sento adesso;
Questi fien malandrin, ch’assalteranno
Qualcun che passa, e rubato l’aranno.
4 Disse Morgante: Studia un poco il passo,
Veggiam che cosa è questa, e chi si duole;
Al mio parere, egli è quaggiù più basso,
Però per questa via tener si vuole;
Chiunque e’ sia, par molto afflitto e lasso,
Quantunque e’ non si scorgan le parole:
E se son mascalzon, tu riderai,
Ch’io n’ho degli altri gastigati assai.
5 Poi che furono scesi una gran balza,
E’ cominciorno da presso a sentire,
Però che sempre il lamento rinnalza;
Una fanciulla piena di martire
Vidono alfine scapigliata e scalza,
Ch’a gran fatica poteva coprire
Le belle membra sue, tanto è stracciata,
E con una catena era legata.
6 Ed un lione appresso stava a quella,
Che la guardava; e come questi sente,
Fecesi incontro la bestia aspra e fella:
Vanne a Morgante furiosamente,
E cominciava a sbarrar la mascella,
E volere operar l’artiglio e ’l dente:
Morgante un gran susorno gli appiccoe
Col gran battaglio e ’l capo gli schiaccioe.