Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/7

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4 il morgante maggiore.

14 Allor Rinaldo in su Baiardo salta;
     E come e’ fu sopra il caval salito,
     Presto levava Frusberta su alta,
     Ed un Pagano in sul capo ha ferito,
     Che del suo sangue la terra si smalta,
     E morto appiè del cavallo è giù ito:
     Il Veglio presto salì in sul destriere
     Di quel Pagan, come il vide cadere.

15 E tra la turba si mette pagana,
     Tanto che molto Rinaldo il commenda:
     Quanti ne giugne la sua mazza strana,
     Tanti convien che morti giù ne scenda.
     Il mamalucco, ch’aveva l’alfana,
     Non si stava anco, chè v’era faccenda;
     E tutta quella gente si sbaraglia,
     Che, più che gente, era o ciurma o canaglia.

16 Il Veglio pur colla mazza di ferro
     Ritocca e suona, e martella e forbotta,1
     Ch’era più dura che quercia o che cerro:
     Alcuna volta n’uccide una frotta.
     Rinaldo si scagliava come un verro
     Dove e’ vedeva la gente ridotta;
     E rompe, e urta, e taglia, e straccia, e spezza
     Ciò che trovava, per la sua fierezza.

17 Chi fuggì prima se n’andò col meglio;
     Ch’a tutti il segno faceva Frusberta,
     Ed ogni volta con la mazza il Veglio
     Diceva a molti che dava l’offerta:
     A questo modo, chi dormissi, sveglio.
     E rilevava la mazza su all’erta:
     E tutti in volta rotta si fuggieno,
     Anzi sparivan come fa il baleno.

18 Poi cominciò Rinaldo al Veglio a dire:
     Io vo’ ch’a Babillona presto andiamo,
     Perché il Soldan farà color morire.
     Rispose il Veglio: Tuo servo mi chiamo;
     Però comanda, ch’io voglio ubbidire,
     E vo’ che sempre insieme noi viviamo:
     Dove tu andrai, io sarò sempre teco,
     E basti solo un cenno, o — Vienne meco.