Pagina:Racioppi - L'agiografia di San Laverio del 1162.djvu/103

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Il vescovo paga; e da capo. — Tutte le vie portano a Roma; e parecchie, a piedi e a cavallo, ai suoi tribunali! Impetra egli dal papa una nuova commissione o riesame della lite dalla sacra Rota; ma andato a monte il riesame, torna nel 1502 alla sacra Congregazione dei vescovi, e questa volta con migliori auspicii. Dappoiché si querela di un nuovo attentato dell’arciprete avversario, come colui che si faceva lecito di pubblicare giubbilei nella sua diocesi-città, e rilasciare lettere patenti di approvazione ai confessori! All’appuramento delle vecchie e nuove querele fu delegato il vescovo di Capaccio; e nel 1592 la Rota sentenziò che, pei nuovi fatti di approvazione a confessori e indizione di giubbilei, l’arciprete non aveva il possesso immemorabile, e incorreva nella pena della sospensione di ufficio e beneficio — e fu sospeso; ma per tutti gli altri capi delle antiche querele, il possesso era in lui ab antiquo, e ve lo manteneva. — Il vescovo Fera, macerato dall’ira, si morì nel 1600.

Dopo tanti ripicchi e battaglie era lecito di sperare inconcussa la forza del proprio diritto. Ma non fu.

Quell'Ascanio Parisi, che nel 1578, da commissario del vescovo, aveva sentenziato a favore della chiesa saponarese, è fatto vescovo di Marsico nel 1601. Ma da vescovo non riconosce quello che aveva deciso da giudice. Ricorre ai tribunali di Roma anche lui contro < le usurpazioni > dell’arciprete: ed ito di persona ad limina, avviene, un bel di, che scoprono scomparso dagli archivi romani, ove era deposto, quel processo del 1572, informativo per titoli e testimoni < dell’immemorabile possesso > nell’Ordinario di Saponara; il quale processo, compilato per parte della curia marsicana dal Parisi commissario, era stato richiesto, come abbiamo detto poco innanzi, dall’arcivescovo di Salerno delegato della Congregazione dei vescovi, e da questo mandato a Roma nel 1584. L’ecclissi del documento fece scandalo: e i pubblicati monitorii di scomunica contro autori e detentori non furono che formule sciupate. Ebbe intanto facoltà nel 1608 l’arciprete di Saponara di rifare le prove del < possesso immemorabile: > ma i testimoni della nuova generazione (e qui era la ragione evidente del processo trafugato) non potevano attestare cose che sorpassassero il limite della loro infanzia.}}

Dalle nuove prove raccolte il < possesso immemorabile > non parve abbastanza provato alla Rota giudicatrice. La quale perciò,