Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/150

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manifesto: “Imparò, secondo scrive Enrico de Huissen biografo suo contemporaneo, la politica leggendo Tacito, la geometria dagli Elementi di Euclide, l’architettura da Vitruvio. Per variare le sue occupazioni studiò ancora hor la Giurisprudenza, hor la Medicina e la Filosofia”. E agli autori citati dall’Huissen altri aggiungere si debbono, come più sopra dicevamo, il Macchiavelli tra questi, dal quale, come da Tacito, può credersi gli derivasse quello stile succoso e stringato che ammirasi negli scritti di lui. Furono per avventura in sin d’allora iniziate da esso quelle disamine circa le dottrine teologiche, delle quali ebbe ad occuparsi nell’età senile, e quegli studi di chimica e di botanica ne’ quali il garfagnino Giovanni Benassi, autore di parecchie opere sotto il nome di Pierelli, e più tardi suo segretario, lo diceva occupato durante gli ozii campestri di Hohenegg, in questi versi di un’egloga in lode di Raimondo.

Sa qual stelo è salubre, e qual s’infiora,
Qual è pontico (?) o dolce, e i succhi loro
Con le fiamme e il cristal sovente esplora.

Non è poi improbabile che, come il Wallenstein, all’astrologia ancora attendesse, molto in voga al suo tempo, e che utile ei reputava in certi casi come ebbe a dire in una memoria che in appendice riporteremo.

Degli studi suoi militari presentò Raimondo appena racquistata la libertà un saggio al Piccolomini, che di ciò lo aveva richiesto. Era un trattato dove la tattica egli esponeva usata dagli svedesi nelle guerre alle quali aveva preso parte, trattato che ritengo smarrito. Di un altro sopra l’arte della guerra diceva il Borri, intelligente di cotali cose come dotto ingegner militare ch’egli era, essere lavoro veramente ammirabile, tale altresì chiamandolo il sergente generale Bruay. Conservasi quest’opera scritta in Stettino, come in essa è notato, in un esemplare ornato di disegni a colori e coll’arma estense nella biblioteca di Modena, depostovi forse dal duca Francesco al quale, come diremo, Raimondo mandollo da Vienna, ed è tuttavia inedito. Quantunque sia da credere che da questo suo lavoro avrà