Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/283

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potendogli impedire il general cesareo, si ritrasse a Königsgratz, con buona ordinanza però, e senza patir molestie dal nemico. Assediò il Wittemberg anche una terra dal Torresini indicata col nome di Oppolia, che sarà senz’altro Oppeln, e prese il castello di Johansberg che invano un piccolo nucleo di soldati imperiali tentò riacquistare, il che neppure riescì, impedito dalle nevi, come narra il Priorato, allo stesso Montecuccoli unito al Pompei. Più fortunati questi due italiani nel soccorso che recarono all’assediata Troppau, perché al loro avvicinarsi stimò bene il Wittemberg di levare il campo. Dal Siri ci viene narrato altresì, come il 7 di febbraio del 1647 il Wittemberg tentò di sorprendere ne’ suoi quartieri il Montecuccoli, che invece lo assalì esso pel primo; se non che dopo un combattimento durato, al dire del Torresini, tre ore, vedendo Raimondo che colà tutto l’esercito svedese si veniva adunando, si ritrasse a Naschod, lasciando dietro di sé una retroguardia a tener a bada il nemico; sinché questo, dopo perduti trecento cavalli, si ritirò. Fu parimente Raimondo, continua il Siri, assalito da altri svedesi usciti da Olmütz; ma li batté, e crebbe di soldati le guarnigioni delle fortezze in quelle parti. Quando poi poté aver certezza che Boemia e Moravia erano già ben provvedute di gente di un altro corpo imperiale, il 20 di aprile di quell’anno 1647, diede alle sue truppe il riposo de’ quartieri d’inverno. Era continuata quella campagna dodici mesi, durante i quali colle scarse forze di che poteva disporre, non si lasciò dal nemico superare, e molte delle imprese da lui tentate mandò a male, due forti ruinò sopra i difensori loro, e tre altri impedì che fossero presi, mercé i soccorsi che loro condusse. Distraendo le forze nemiche, coprì le operazioni degli imperiali che stavano a quel tempo ricuperando una parte delle terre perdute. Le quali cose da lui operate con forze, come dicevamo, impari al bisogno, e la continua vigilanza per non trovarsi ridotto a mali passi da un nemico che, poderoso com’era, da più parti avrebbe potuto assalirlo, così la riputazione sua aumentarono, che l’opinion pubblica, come il Torresini scriveva, a lui e al Colloredo dava la palma su gli