Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/344

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pace fra i principi cattolici; ma opinava Raimondo che, se si avverasse la lega tra l’Inghilterra e la Francia, ben altro che uffici e parole sarebbe per occorrere ad attraversare i disegni che avessero concepito que’ potentati: e noi vedremo infatti a suo tempo quali conseguenze portasse con sé una lega tra Francia e Inghilterra.

Aveva Raimondo al suo passaggio per Bologna presi con sé in officio di suoi segretari un prete de’ suoi feudi nel Frignano e un certo Caldani, il primo de’ quali fu dal Muzzarelli alloggiato nel palazzo del cardinale. Raimondo fu poi avvertito per mezzo del Caldani, essere dolente il Muzzarelli che il trovarsi il suo principe in guerra colla Spagna, gli togliesse di poterlo visitare nel palazzo ov’egli abitava: ma Raimondo facendogli dire che desiderava vederlo, lo invitò espressamente ad andare da lui; ed egli il più segretamente che poté, fu alle stanze di quell’illustre suo comprovinciale, essendoché fossero entrambi nativi del Frignano. Si fece poi tosto ad offerirgli il palazzo del cardinale; della quale offerta, benché accettare non la potesse, si disse riconoscente al cardinale stesso, e lamentando che l’aver dovuto servir la regina gli avesse tolto di ossequiarlo in Modena, diceva sperare che ciò far potrebbe al suo ritorno in Germania. Scrisse Muzzarelli, aver trovato il Montecuccoli “sempre giovane e fresco al suo solito”, e lo diceva trattato dall’ambasciator spagnolo “con molta apparenza, facendolo anche servire colla propria carrozza seguita da tre altre, con due staffieri, gentiluomini e paggi col baldacchino” . Sosteneva Raimondo dal canto suo con dignità l’officio che aveva di ambasciatore, e raro accadeva che nella casa ove alloggiava, desse egli la destra a persona alcuna. Si occupava in quel tempo dei preparativi pel solenne ingresso in Roma della regina, nella qual circostanza furono dal papa fatti chiedere al Muzzarelli gli arazzi del cardinal d’Este, che da lui vennero concessi, a condizione “che fossero collocati in luogo opportuno e degno”. Né piccolo pensiero dava a Raimondo l’apprestamento delle