Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/391

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accolto, esso e i suoi, dagli ungheresi. Ma insistendo i transilvani per più efficaci soccorsi, poiché ebbe l’imperatore dichiarato che nessun principe intendeva impor loro, libera volendo in essi la scelta di chi avesse a reggerli, annunziava la spedizione di 10.000 cavalli imperiali con 5000 fanti sotto il comando del Montecuccoli, nominato allora maresciallo di campo generale, senza però che avesse luogo alcuna dichiarazione di guerra al sultano. Fu convenuto si porrebbero 1000 cavalli a disposizione del Kemeni, e si presidierebbero alcune piazze della Transilvania; della qual cosa venne dal Montecuccoli dato incarico agli ungheri dei generali Heister e Starhemberg, mentre che, a modo di diversione, andrebbero gl’imperiali verso Strigonia e Buda.

A quel tempo l’imperatore, per mezzo del marchese Luigi Mattei, cavallerizzo maggiore dell’arciduca Leopoldo, si rivolgeva al papa, per averne soccorsi in quella guerra contro gl’infedeli. Impose il papa una tassa di 6000 scudi sui beneficii ecclesiastici in Italia: ma del denaro ritratto scarsa troppo fu la parte che pervenne in Germania, il più, secondo afferma il Priorato, essendo andato nelle tasche de’ collettori. Gli altri popoli, i quali erano stati richiesti di sussidii dal papa, nulla vollero dare, né incontrò favore la proposta lega generale contro i turchi. E sì che ardua impresa a quel tempo era il tener fermo contro gli ottomani, gli eserciti de’ quali sono dal Montecuccoli stesso nelle sue opere lodati assai di valore, di saldezza e di disciplina; né egli trascurava avvertire il vantaggio che lor derivava dal procedere tutti in un sol corpo contro gl’imperiali, deboli per numero di soldati, e perché una parte di questi dovevasi lasciare a guardia delle fortezze, o de’ luoghi di maggior momento. Né piccola ventura si aveva a reputare dai turchi il trovarsi sempre ben provveduti di denaro, mercé il quale s’ingraziavano i popoli che ad essi non lasciavano mancar le vettovaglie, le quali poi anche dai paesi loro ricevevano in copia; laddove gl’imperiali, non avendo di consueto di che pagare ciò che toglievano agli abitanti, ed essendo ingannati dai loro stessi fornitori, non solamente languivano di