Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/395

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(senz’altro per commissione avutane da lui) teneva informato il duca di Modena delle cose che andavano accadendo, come ci mostra il carteggio di lui che è nell’archivio di stato, narrava con lettera del 17 di luglio, avere accompagnato il Montecuccoli in una corsa che con mille cavalli fece esso a Totos, antica residenza dei re d’Ungheria, per riconoscere que’ luoghi, e i passi che mettevano a Strigonia. Da lui sappiamo altresì che, mancandogli spesso istruzioni dalla corte su ciò che avesse a fare, dovette allora tenersi inoperoso, e che letali infermità gli venivano sminuendo il suo esercito.

Incominciò per tempo il generale italiano ad incontrare per opera degli ungheri contrarietà così grandi, da intralciargli alcuna volta le sue operazioni militari. Così il palatino, che gli aveva promesso 10.000 uomini, non gli fornì più di 180 cavalli, che vennero anche in breve da lui richiamati. Di questo palatino, che nomavasi Vesseleni, lasciò scritto Raimondo che, ito ad incontrarlo allorché entrava egli nell’Ungheria per salvarla dai turchi, con questa truce e villana profezia lo accolse: che non sarebbero uscite più dall’Ungheria quelle sue truppe, perché chi alle scimitarre dei turchi fosse scampato, da quelle degli ungheri stessi verrebbe spento. E soggiungeva Raimondo: “se tanto dicono costoro quando degli aiuti nostri hanno pressante bisogno, che sarà quando a loro più non occorrano?”. E invero que’ discendenti dagli unni, tra i quali uno scarso lume di civiltà era insino allora penetrato, uomini, come nel libro su L’Ungheria nel 1673 li dice Montecuccoli, “fieri, inquieti, volubili, incontentabili”, abborrivano dall’ingerenza dell’impero nelle cose loro, per quella lor libertà paventando, che ad altro non approdava se non al servaggio delle moltitudini ai magnati. Non è però da tacere che la loro costituzione tutelava anche la libertà religiosa, troppo dagl’imperatori disconosciuta, e il diritto di non sottostare a soverchie gravezze. Vedendo essi adunque ne’ turchi un popolo dal quale in più occasioni avevano ricevuto validi aiuti a mantenere quelle lor libertà e i privilegi del regno, non nudrivano certo per loro quell’avversione mista a terrore, che essi ispiravano ad