Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/407

Da Wikisource.

a 12 reggimenti di fanti, 11 di cavalleria, 3 di dragoni, 1 di croati (che saranno stati per avventura assai scarsi di soldati). Di 16.000 uomini, disse il Gebhardi composto quell’esercito, né forse eran tanti, esagerando poi nell’asserire che di 219.000 combattenti disponesse allora il granvisir. E con queste truppe, segue il Priorato, s’aveva a presidiare venti piazze, e a porre gente al passo de’ fiumi, e dovunque fosse da temere qualche improvviso assalto. E sembra ancora che al Montecuccoli si togliesser soldati per formarne il nucleo d’un nuovo corpo che, quando il pericolo fu manifesto, si venne ponendo insieme per mezzo di leve forzate, a difesa dell’Austria inferiore e della Stiria. Altri soldati gli si promisero invero a compenso di quelli precedentemente da lui ceduti, ma per accogliergli, posero gli ungheri lo strano patto, che non passassero per le terre loro, e però si dovettero mandare per acqua, e inoltre che non fossero impiegati a combattere in campo aperto; e si destinarono perciò a presidio delle fortezze. Non oltrepassavano poi il numero di 6000 fanti con dodici pezzi d’artiglieria. Io non so se le tante contrarietà che que’ popoli gli procacciavano, o il vedere così scarsamente provveduto al bisogno proprio, e così poco curato il decoro dell’imperatore, fossero la causa per la quale Raimondo prese la determinazione di ritirarsi a Giavarino, ch’era, come dicemmo, governo suo, e d’onde avrebbe potuto ancora vegliare sugli andamenti del turco. Ma il colorire quel disegno non gli venne consentito dall’imperatore, secondo avvisò in una lettera sua del 30 di giugno lo Stom, ove diceva volerlo l’imperatore al comando delle truppe: ond’è che, tutto disposto ad obbedire, non avrebbe dato se non un’occhiata a Giavarino, dove grandi opere di fortificazioni e batterie a fior d’acqua faceva egli costruire; de’ quali lavori, come di altri da lui ordinati a Papa e altrove, dice il Priorato che valsero ad intralciare le operazioni del nemico. Circa questa sua meritoria ubbidienza in momenti così fortunosi scrisse il Montecuccoli queste parole: “Che far doveva io? Ridurmi a fare il croato con una partita di 4000 cavalli? Al carico di maresciallo e alla mia lunga servitù mal conveniva: lamentarmi a Cesare? Giaceva egli