Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/537

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sati o l’azzardo alla valle di Saldisbach (Sassbach), e di fronte al valentissimo Turenna e alla brava sua armata ha mantenuto il suo posto in guisa che v’ha perduto il sommo duce la... (vita?) e il gallico ardire il coraggio. Ha costretto un esercito formato di sceltissimi soldati e di sì rinomati generali, dopo la perdita del capo a confidar solo ai piedi la sua salvezza, e a lasciare addietro, per non fermarsi, la città e il castello di Wildstet in cui tenevasi così sicuro il francese di conservarlo che v’avea posto i magazzeni, dicendo Turenna che quello, che era il passo per Strasburgo, non era caduto in mano de’ Cesarei, e perciò nulla era a temere, con che rincorava i soldati ne’ frequenti infortunii che patirono. Ha Montecuccoli investito tutta l’oste nemica per boschi densissimi, poi in campagna nuda esposta al cannone e moschetti dei posti muniti dai francesi, e da questi con strage li ha fugati entro più forti ripari, e poi da questi medesimi, costringendoli a passar il Reno, essi che avrebber pochi mesi prima creduto un delitto il dubitar di trionfar de’ Cesarei. Il grave colpo da essi toccato a Sasbad, e le tante morti a Goldschier così li stordì che fecer venire tutta la potenza di Francia in Alsazia, accampata nei dintorni inaccessibili di Bolschein, eppure al primo annunzio della vicinanza del Montecuccoli si è posta in disordine e in fuga, continuata questa sempre ad onta dei numerosi rinforzi che ricevevano da Francia. Invano si è dato il comando dell’armata al Condé, il più magnanimo guerriero spirito della Francia. Questi ha dovuto sacrificare la sua gloria alla sicurezza della patria, e ha dovuto lasciar preda ai Cesarei i soldati suoi ch’eran di là dalla Breusca senza soccorrerli, e come in segno della riconosciuta superiorità, al comparir del Montecuccoli lasciò le armi l’Achille francese che in faccia all’armi cesaree non seppe essere che retrogrado, e rintanatosi ne’ monti non osò più uscirne. La condotta del Montecuccoli costrinse la Francia a disperar di sé e a mettere in fiamme le proprie provincie”. E noi, alle considerazioni che avrebbe potuto dettarci un esame di questa famosa campagna, abbiamo preferito un sunto, che ci sembra fedele, delle cose che venimmo già esponendo, fatto