Pagina:Relazione 28 febbraio 1861 (Comitato Nazionale di Fano).djvu/5

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È ben lieto per noi questo giorno, o Concittadini, nel quale, avverate le speranze sì a lungo nutrite, benchè tante volte deluse, il vostro Comitato può raccogliervi pubblicamente fra i canti di gioja e di trionfo dell’Italia risorta, per invitarvi a trasformare in libera associazione, protetta e garantita dalle leggi, quella Società che tanta parte ebbe al nazionale riscatto, e cui vi ascriveste e restaste fedeli nel mistero imposto dalle tiranne persecuzioni di un abborrito governo. Gratissimo officio, che noi abbiamo vivamente desiderato di compiere fin dal primo momento della nostra liberazione, sia per dare alla Società quella maggior estensione e quel più completo governo di sè stessa, che la nuova libertà rendeva possibile e giusto, sia per toglierci o sminuirci la responsabilità di una rappresentanza delegataci fra l’ansie e i pericoli di una nuova ma la Dio mercè ultima delusione, da quegli ottimi e solerti cittadini che ci avean preceduti, e che le vicende luttuose del 1859 sbalzarono lunge da noi; ma vi si oppose sinora il bisogno di opportune pratiche, onde insediare questa nuova organizzazione su base uniforme in tutte le Marche, ad intendimento che desse si presentino degnamente costituite e compatte come una forte sezione della grande Associazione Nazionale; le quali pratiche se richiesero parecchi mesi, ad onta del commendevole zelo con cui le condusse il Comitato Centrale, furono però coronate da ottimo successo, e si compiono oggi colla trasmissione delle relative istruzioni conformi per tutti, e rese autorevoli dalla discussione e dal voto di una speciale assemblea tenuta in Ancona.