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Camera dei Deputati — 21 — Senato della Repubblica


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blica amministrazione, sia civile che militare, dell’economia, dell’editoria ed infine del mondo politico.

Altra considerazione, dalla quale non si può prescindere, è quella relativa al graduale venire a conoscenza presso l’opinione pubblica dell’esistenza del personaggio Gelli e della sua organizzazione, che vengono posti all’attenzione, con connotati non rassicuranti, da parte di organi di stampa qualificati, i quali, pur nella approssimatività delle informazioni, sottolineano la pericolosità del fenomeno ed il suo collegamento con attività illecite, di criminalità sia comune che politica.

Non va infine scordato che sono questi gli anni contrassegnati da una fase politica di estremo interesse che segue ai risultati elettorali del 1976 e dal nuovo ruolo che, in conseguenza di essi, assume il partito comunista nel quadro politico nazionale: è quindi entro queste coordinate di riferimento, sia interne che esterne alla massoneria, che vanno studiati lo sviluppo e l’assetto della Loggia P2 e le vicende di Licio Gelli.

Il punto di partenza è costituito dalla Gran Loggia di Napoli del dicembre 1974 quando i Maestri Venerabili del Grande Oriente votano quasi all’unanimità la «demolizione» della Loggia Propaganda. In esecuzione di tale deliberato il Gran Maestro Salvini decreta (30 dicembre 1974) la abrogazione dei «regolamenti particolari governanti attualmente la Risp. Loggia P2 e le deleghe e norme organizzative ed amministrative da essi derivanti». Il Salvini chiedeva altresÌ ai fratelli coperti se intendessero mantenere tale posizione, rivelando in tal modo che la vera finalità dell’operazione era quella di mantenere in vita la Loggia P2, espellendone peraltro Licio Gelli.

Interviene in tale momento la vicenda della Gran Loggia all’Hotel Hilton, sopra ricordata, con gli attacchi portati al Salvini e poi ritirati e il nuovo accordo Gelli-Salvini, garantito dal Gamberini; sta di fatto che subito dopo tali eventi, in data 12 maggio 1975, il Salvini decreta la ricostituzione della Loggia P2, stabilendo, tra l’altro, che essa «non apparterrà per il momento, a nessun Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili e sarà ispezionata dal Gran Maestro o da un suo Delegato». La nuova Loggia P2 ha un piè di lista ufficiale dal quale si rileva che di essa fanno parte sette fratelli: pochi giorni dopo il Salvini, con procedura del tutto anomala, eleva il Gelli alla carica di Maestro Venerabile della ricostituita loggia. Le minute, sia del decreto di ricostituzione sia della lettera di nomina, come già accennato, firmati dal Salvini, sono di pugno del sempre presente Gamberini, nume tutelare della vita massonica di Licio Gelli.

Al tirar delle somme si constata quindi che questa prima fase si apre con la presa di posizione di Maestri Venerabili che votano la eliminazione dal corpo massonico della Loggia Propaganda per chiudersi con una sua ristrutturazione il cui effetto sostanziale è quello di rendere ancora più riservata l’organizzazione che ha adesso un pié di lista ufficiale, mentre come precisa il Gelli scrivendo al Gran Maestro «rimane inteso che detta loggia avrà giurisdizione na-