Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/121

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Albani. Furono pure qui rinvenuti il famoso gladiatore morente, parecchie statue di imperatori, e busti di Adriano, di Settimio Severo, di Faustina, satiri, atleti, statue di Giove e di Esculapio, tripodi stupendi, e quei meravigliosi altari del Campidoglio, che sono dedicati ai venti. Sopra un’altura della spiaggia, dove sorge ora un piccolo fortino sulle fondamenta di un tempio antico, dal quale sta contemplando il mare un soldato appoggiato ad una vecchia gigantesca spingarda del medio evo tutta irruginita, stanno tuttora al loro posto le basi di antiche colonne, e presso queste i fusti di cipollino, non che ventidue capitelli corinzi, di rara bellezza. Le loro volute e gli ornamenti sotto l’abaco sono particolarmente originali, e non ricordo aver veduto altrove gli uguali; rappresentano conchiglie, delfini, gamberi di mare. L’architetto adattò gli ornamenti alla località, e probabilmente questo tempio era dedicato a Nettunno stesso.

Ho trovato in Anzio pure, come avevo supposto, una persona che si diletta di studi di antichità, imperocchè sono poche le località di qualche importanza in Italia, le quali non posseggono il loro storiografo patriottico, od un dilettante di antiquaria. In Anzio sì è questi il canonico Lombardi, presidente dell’amministrazione del porto. Desso abita all’ultimo piano del casamento dove sta il bagno. Trovai quest’uomo degnissimo, intento appunto a dicifrare un’antica iscrizione, dissotterrata poco prima dai galeotti. Il canonico Lombardi scrisse un libro intorno ad Anzio, e si sta ora occupando a dettare un’opera più estesa sulla storia e sulle rovine della sua patria. Lessi con piacere e con gratitudine il pregevole suo scritto.

Oramai ho perlustrato tutta questa spiaggia alla distanza di tre ore fino ad Astura, ed ho trovato dovunque reliquie di ville, di bagni, frammenti di marmi, di mosaici ed anzi di fronte alla torre solitaria stessa di Astura, vidi sulla spiaggia presso al ponte un pavimento di mosaico, tuttora abbastanza ben conservato. Non è possibile imaginarsi quanti e quali stupendi edifici avessero i Romani in-