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Voglio provarmi a dare un’idea, per quanto io possa precisa, di quell’antica città, descrivendola sul Inogo. Si sa che Siracusa era composta propriamente di cinque città; Cicerone non ne annovera che quattro, imperocchè non teneva a calcolo la parte superiore della città stessa d’Epipola, la quale non constava che di castella e di mura. Le cinque città erano pertanto Ortigia isola, Achradina, Neapoli, Tyche, ed Epipola. Gli studi e le ricerche di Fazello, di Cluverio, di Mirabella, non che quelli più recenti di Serra di Falco, permottone di assegnare con precisione ad ognuna delle cinque città la località occupata da ciascuna, come pure di precisare a quali edifici avessero appartenuto le rovine che tuttora sussistono.

I.

Ortigia.

L’isola di Ortigia ha la forma di un triangolo, col vertice rivolto verso il Capo Plemmirio. Oggidì trovasi tutta quanta occupata dalla moderna Siracusa, e dalle sue fortificazioni. Dessa era la parte più antica della città, consacrata da tutte le tradizioni favolose, già stanza di Artemio, e denominata Ortigia, nome che era pure quello dell’isola di Delo. Era abitata già dai Sicani, poi vennero i Corinzi guidati da Archia, i quali li scacciarono, ed edificarono Siracusa. Col tempo la città si allargò sulla costa che stava di fronte all’isola. Trovavansi in Ortigia i monumenti sacri più antichi di Siracusa, e particolarmente i tempi di Giunone, di Diana, e di Minerva. Già prima del primo Dionigi, l’isola era validamente fortificata, e questi costruiva sull’istmo un muro con torri, e con un castello, nella precisa località dove sorgeva dapprima lo stupendo palazzo di Ierone. Furono opera di Dionigi le fortificazioni dell’isola, e la darsena del piccolo porto che