Pagina:Rime-di-Bindo-Bonichi.djvu/87

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Et servir all’ingrato è vanitade,
Che ricco don non à in lui di ben sono26.
Fa creder pioggia tono27
È un malvagio a molti bon dannaggio.

     La bocca dello ingrato
Adoppia forma e voce28:
La prima è non veloce
Umil e piana per prender, se dai.
Poi ch’a il suo disiato
Diviene aspro e feroce;
A chi gli à dato noce;
Poco servendo rimprovera assai29.
Soverchio a guai chi se di tal confida30.
Et saggio chi v’incappa, se si parte31
Non si confidi in carte,
Che per fallace alcun ver par menzogna32.
Chi in tutto il fugge convento à Bologna33.
Ne ’l marinar è ben saggio dell’arte34,
Se s’ormeggia di sarte
Che stando in porto alcun vento ’l conquida35.

L’ôm, che vergogna cura,
Contiene in se disdegno,
Lo quale è vero segno36
Di sua discrezïone e conoscenza.
Chi suo disnor procura
Vince, se perde ’l pegno:
Torna a contado il regno