Pagina:Rime (Andreini).djvu/147

Da Wikisource.

135

     Di Valle in Valle, e d’una in altra Selva.
     O te felice, ò fortunata Luna,
     Che del tuo vago Endimion le chiome
     Ogn’hor vagheggi al mormorar de l’onde.
Chi del Mar solca le volubil’onde
     Riposa lieto dopo un lungo corso.
     La Terra hor bianche, hor verdi hà le sue chiome.
     Segue giorno sereno oscura notte.
     Ma sempr’io mesta al Sole, ed à la Luna
     Stommi, ò verdeggi, ò sfrondisi la Selva.
Schianta i tuo’ rami homai frondosa Selva,
     Torcete à dietro il passo ò mobil onde,
     Nieghi la luce sua Febo à la Luna
     Mentre sì aspro è di mia vita il corso,
     E ’l Cielo ingombri una perpetua notte
     Nè del Sol mai per me splendan le chiome.
Chiome d’oro vedrai prima à la Selva,
     Senza Stelle la notte, e ’l Mar senz’onde,
     Ch’al mio corso benigni ò Sole, ò Luna.


MAD. LX.


C
Ustode invidioso

De la bocca di Silvia è fatto Amore,
     Anzi amante geloso.
     Io ’l sò ch’ardito corsi à quelle rose
     Ov’ei se stesso ascose;
     E nel libar quel sì soàve humore
     Quasi Ape il crudo mi traffisse il core.


I     4          MAD.