Pagina:Rime (Andreini).djvu/206

Da Wikisource.
194

     Incauto Amante ad arder solo intento
     Sparsi dolce da gli occhi amare stille.
Nè cruda osò giamai chiamarvi il core;
     Poich’altri non havèa quel, ch’i’ più bramo.
     Hor del vostro fallir piange, e s’adira.
Ad altrui sendo pia cruda vi chiamo;
     E pien d’ingiusta doglia, e di giust’ira
     Cangio in disprezzo il disprezzato amore.


All’Illustriss. & Reverendiss. Sig.

CARDINAL S∙GIORGIO

CINTHIO ALDOBRANDINI.


SONETTO CLXVII.


B
En à guisa di Sol fiammeggi, e splendi;

Che s’ei la terra, tù le fosche menti
     Purghi, e rischiari; s’ei co’ raggi ardenti
     Ne desta i fior, tù di virtù n’accendi.
Tù fregiate d’honor l’anime rendi
     S’ei di lume le stelle, e gli elementi;
     S’egli avviva, e mantien tutti i viventi,
     Tù al giovar solo, & al beàr intendi.
Così qual Sole in Vaticano un giorno
     Risplenderai nel più sublime seggio
     Di gloria più che di corone onusto.
Poi lasciato del Mondo il giro angusto
     Cinthio secondo Sole in Ciel ti veggio
     Viè più che ’l primo di bei raggi adorno.


SONETTO CLXVIII.


M
ille strali d’Amor nel petto affissi

Colpa de gli occhi tuoi crudo portai,


Lagrime