Pagina:Rime (Andreini).djvu/266

Da Wikisource.
254

     Nascessi, al pianto, al duolo;
     E che sol degno io fossi
     D’amare, e di penar non di gioire.
     Ma se Nigella mia
     Non vuol pietosa del mio duol dolersi
     Per minor male almeno
     Se n’allegrasse cruda.
     Ma per non esser pìa nega pietate;
     E per esser più cruda:
     Nega ancor crudeltate.
     Per te la Greggia mia cruda Nigella
     E più di me felice.
     Quella di verde herbetta
     Lietamente si pasce,
     Io di tormento carco
     Di secca speme il mio dolor nudrisco.
     Per te quasi due Fere
     Van guerreggiando insieme
     Crudeltate, ed Amore.
     Crudeltà per te pugna,
     Amor per me combatte,
     Dove Fortuna voglia
     Destinar la vittoria
     Dir non saprei; sò ben che la Fortuna
     E compagna d’Amore:
     Ma che dich’io compagna?
     Ahi, ch’ella è per me sol d’Amor nemica;
     O s’ella è pur amica
     Per gradir ad Amor m’afflige anch’essa.
     Lasso ben pugna, e per me pugna Amore,
     Ma pugna nel mio core.
     Quì, quì tutte le fiamme,


Quì