Pagina:Rime (Andreini).djvu/301

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Gala.Sedi ferir se’ vago
Ferisci questo sen; ch’egli è ben dritto
Che se no l’ punse Amore,
E no l’ ferì Pietade
Spietato ferro, e senz’amore ’l punga.
Alco.O celeste soccorso, ò stelle, ò Fato,
O benigno, ò pietoso Amor che veggio?
Flori.S’ei per te corre a morte
Opra almen tù non disperato mora.
Gala.Ahi Alcon così poco
T’è cara Galatea.
Così poco t’è grata
La tua non dico già, ma la mia vita?
Questa vita è la mia.
Tù dunque ciò, ch’è mio levarmi ardisci?
Vivi pur, vivi Alcone,
Deh vivi, acciòch’io viva.
E se pur mi vuoi morta
Con questo acuto ferro,
Con questa ardita, e disperata mano
Uccidi me del tuo morir cagione.
Alco. S’io son morto al gioìre,
Deh lascia ancor, ch’io mora
Cruda Ninfa al martìre.
Gala.Se non è la ferita
Com’io bramo mortale
Altra non è per farne
Questo ferro nemico, e non morrai.
Ah non cred’io, ch’Amore opri tal’armi.
Alco.Anzi per trar d’affanno un’infelice,
Men possenti, e men crude
Armi già non bisogna.


T               Deh