Pagina:Rime (Cavalcanti).djvu/58

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relazione Pb e C come appare da le varianti1, dovendosi però escludere che Pb sia copia di C2. Parrebbe piuttosto che C derivasse da Pb3, quantunque Pb sia meno ricco di C. Pb è codice interrotto, che forse rappresenta un antico codice mutilo, ma che certamente non è mutilo per sè stesso, perchè termina con due pagine bianche e si dimostra perciò con ogni probabilità mutilo volontariamente. Esso ci dà quella parte che è comune ed identica in M’f e Ce, e quindi sarebbe il rappresentante incompleto dell’originale completo, da cui discese C, poco differente, sebbene un po’ più corrotto, dell’originale di M’f4. Questo confronto porterà così a stabilire tanto gli errori di Pb e C quanto gli errori di M’f5, rimanendo fra loro una notevolissima parte comune6.

Abbiamo detto che con questi tre codici ha relazione7 Lc più che non abbiano La, Lb, Cap²; noi distinguiamo però in Lc quella parte che è evidentemente


    C non ha riscontro che in Cb. Il Pelaez (op. cit.) afferma che il copista di C è molto diligente, ma si trovò forse a ricopiare un testo talvolta inintelligibile: inoltre C ha traccie dello stemma mediceo: quindi con molta probabilità potè essere a mano del compilatore di Cb, il senese Cittadini. Per ciò si verrebbe a concludere che per le rime di Guido M’f derivò da un ms. parallelo a l’originale di C, non da lo stesso originale: che la precisione della scrittura nella sua fonte permise al menante di M’f di rimanere più fedele che non il menante di C, il quale in parte, così com’è, rappresenterebbe la tradizione del Sadoleto. Si vedrà anche nell’esame generale come M’f sia più fedele al suo gruppo.

  1. Esempi: v. 17 - diaphan lume - e la mancanza in ambedue i cdd. C, Pb del v. 25.
  2. Per il v. 69 ove si trova: C - fuor d’ogni dice degno in fede.
                                                Pb - fuor d’ogni fraude dice degno in fede,
    non potendosi ammettere che Pb copiando C correggesse precisamente secondo la lezione più accettata.
  3. Osservando il v. 48 si vede che C addotta la lezione di Pb come è corretto, contrariamente a la prima lezione che pur trova riscontro in M’f
    M’f - ancor di lui vedrai.
    Pb - ancor di lui vedrai - corretto in margine - di lei.
    C - ancor di lei vedrai.

    Ammettendo quindi un originale comune si deve credere che Pb ricopiasse fedelmente errore e correzione e C la sola correzione. La lezione originale era certo - lui - come appare in M’f.

  4. Vedi il citato verso 17: M’f: diaphan da lume — Pb, C - diaphan lume.
  5. Gli errori dei primi si son visti già. Per M’f si veggano:
                        v. 27 - non da diletto.
                         » 37 - la qual aiuta la contraria via.
                         » 49 - con gente di valor.
                         » 55 - per trovarmi gioco.
                         » 69 - cioè degno in fede.
  6. Esempi: v. 3 - che si chiama amore.
                        » 5 - et dal principio.
                        » 12 - el natural suo movimento.
                        » 29 - ma ben da quella viene.
                        » 49 - che ’n gente da valor spesso si trova, etc.
  7. Esempi: v. 42 - et simil può valer.
                        » 48 - di lui — correzione interlineare - lei — Lc (vedi gli altri: nota 3).
                        » 53 - huora che lo prova.
                        » 64 - compreso bianco.
                        » 72 - ch’io t’ho sì adornata.