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l'imparzialità dello storico 125

discorriamo, e, volendo, qualificarlo dal proprio punto di vista come giusto, oppure come difettoso; ma sempre dovremmo studiarci di giudicare gli uomini secondo i criteri loro contemporanei e non secondo i nostri.

Vi è poi il pericolo di fare confusione tra il dovere pubblico e le norme di condotta della vita privata, onde è d’uopo chiarire bene se intendesi giudicare un uomo come individuo privato oppure come personaggio pubblico. Esempi di una tale confusione non mancano: così avverrà frequentemente di leggere in manuali di storia ad uso delle scuole che il Duca di Buckingham «cadde vittima del coltello di un assassino», e che i regicidi «con la condanna di Carlo Stewart affermarono il grande principio della responsabilità dei re». Il che equivale a trattare il povero Felton alla stregua di un volgare assassino, e a investire i regicidi del carattere di pubbliche autorità. Felton credeva non meno sinceramente dei regicidi di adempiere a un pubblico dovere; non si capisce quindi perchè debba essere escluso dal novero dei cittadini magnanimi e considerato non diversamente da chi uccide soltanto per rancore personale. Considerando i regicidi come individui, si potrebbe notare che ben piccolo era il rischio a cui si esponevano, mentre avevano ragione di ripromettersi un non lieve vantaggio dall’azione loro; Felton invece si sacrificò deliberatamente a quello ch’egli credeva essere un dovere pubblico. Se mai il cittadino singolo può essere giustificato nell’agire all’infuori della legge (nel prendere — per dir così — le leggi nelle proprie mani), l’esempio di Felton mi sembra ben più atto che non quello dei regicidi ad ispirare sentimenti di virtù civica. A me non importa difendere l’uno piuttosto che l’altro assassino, essendo disposto a credere che in entrambi i casi agisse il senso del dovere nel punire un criminale. Solamente, se l’autore crede di dovere davanti a fatti simili approvare o disapprovare, pretendo che mi precisi quale, secondo lui, è il punto in cui l’uccisione di un uomo cessa d’essere un assassinio e diventa una esecuzione. Domando solo che si distingua e insisto sulla necessità di essere ben consapevoli del criterio adottato e del perchè l’uno venga preferito agli altri. Se non si ha cura di far questo, criteri diversi possono essere applicati in modo capriccioso; solo specificando i motivi del nostro giudizio personale, e non già pretendendo di riuscire impersonali, saremo in grado di pronunciare sentenze così precise.