Pagina:Rivista di Scienza - Vol. I.djvu/387

Da Wikisource.

analisi critiche e rassegne 377

Revue philosophique. — (N.° 1 e 2, 1907), J. J. Van Biervliet esamina i fondamenti de «La psychologie quantitative», discutendo particolarmente della legge di Weber-Fechner che fissa il rapporto fra la sensazione e lo stimolo. L’A. critica in ispecie le esperienze a cui Fechner ha appoggiato l’enunciazione della legge, esperienze che non ritiene probanti. Si è troppo dimenticato che i fattori subiettivi influiscono sulla sensazione, e in modo diverso da uomo a uomo; così un rapporto semplice fra stimolo e sensazione, potrebbe sussistere, secondo l’A., solamente per la sensazione elementare formata nei centri corticali inferiori. L’A. ritiene a priori possibile di misurare cotesta sensazione, (come è definita?), la quale è una parte soltanto di quella attestata dalla coscienza.

La conclusione dell’articolo è che, nonostante le critiche a cui va soggetta l’opera sua, Fechner ha creato un movimento importante da cui si è svolta più tardi la Psicologia fisiologica di Wundt, e sopra tutto la Psicologia sperimentale che procede in un senso più pratico e serve alle applicazioni pedagogiche.


Annalen der Naturphilosophie.


Wilhelm Ostwald discorre su Persönlichkeit und Unsterblichkeit. La questione dell’immortalità appare all’A. sotto un nuovo punto di vista secondo i criteri della filosofia energetica. Come l’immortalità della materia si riduce alla constatazione di un invariante «la massa», che permane attraverso alle trasformazioni fisico-chimiche, così l’immortalità dell’uomo è da ricercare in un senso analogo come la persistenza di qualchecosa attraverso e al di là della vita personale; questo qualchecosa è l’azione della vita suddetta che tende ad estendersi nello spazio e nel tempo. Anche al di là della morte permane per i nostri figli e nipoti ogni progresso etico e sociale da noi conseguito. L’A. conclude che non ci è dato rappresentarci l’immortalità in una forma più grandiosa di questa.

F. Wald in un articolo dal titolo Das nächste Problem der Chemie difende la sua concezione dei fatti chimici dalle critiche mossegli da vari autori e specialmente dall’Arrhenius e dal Nasini. Le idee dell’A. su cui attirò recentemente l’attenzione del mondo scientifico l’Ostwald nella sua Faraday Lecture, non potrebbero essere riassunte nel breve spazio concesso a questa rubrica; di esse verrà trattato in seguito più ampiamente ed il Wald stesso ha promesso di riassumerle in un articolo scritto appositamente per la Rivista.