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appunto in ciò sta l’imperfezione dell’energetica perchè almeno le concezioni meccaniche tentano di penetrare questo arcano, sia pure reggendosi su delle ipotesi. Ma che logica è questa? Sarebbe come se un commerciante trascurando il calcolo oggettivo delle sue entrate ed uscite, facesse invece dei conti ipotetici, a quanto ammonterebbe il suo capitale in date altre circostanze. Anche se le sue previsioni fossero verosimili, pure certo un tal calcolo non avrebbe fondamento nè valore commerciale. Sarà giusto che egli pensi alle possibilità e alle probabilità quando voglia chiarirsi del possibile andamento di un affare incerto, precisamente come lo scienziato suole mettere sulla bilancia, valutandole secondo la loro probabilità, le condizioni del campo che si propone di investigare, per orientarsi in quale direzione debba avviare le sue ricerche. Ma il commerciante serio, come il serio scienziato, estenderà le sue previsioni solo a quei fatti, ch’egli può e vuole sottoporre in seguito ad esame, e che di conseguenza devono avere per soggetto esclusivamente cose misurabili e controllabili. Non appena egli introduce nel suo calcolo fattori inaccessibili, termina il lavoro serio e positivo.

Bisogna dunque fare un’esatta distinzione fra supposizioni di rapporti sconosciuti, emesse in via di esperimento, fra grandezze accessibili, e ipotesi sulle relazioni fra grandezze solo imaginate e quindi inaccessibili. Queste ultime sono da respingersi, mentre le prime formano parte indispensabile della ricerca. Tutte e due, benchè radicalmente diverse, sono designate nella terminologia scientifica con lo stesso nome di ipotesi. Io proporrei di lasciare il nome di ipotesi alle supposizioni non controllabili, poichè di fatto quasi tutte le ipotesi della scienza moderna sono di questo genere. Le altre, che a guisa di impalcatura, non hanno altro scopo che di servire di base alle ricerche vere e proprie ed alle quali nel corso del lavoro si sostituiscono all’occorrenza altre più adatte, finchè si arrivi a trovare veramente la relazione cercata, queste supposizioni fatte a scopo di ricerca positiva, io le chiamo prototesi. Una prototesi si fa dunque al principio di un lavoro di ricerca, ed essa scompare alla fine, quando il lavoro conduca ad un risultato positivo, mentre all’ipotesi si ricorre quando non si sa in qual modo andare innanzi colla ricerca. Da ciò ne viene, che nell’esposizione dei lavori scientifici non è fatta per lo più neppur menzione delle varie prototesi usate dal ricercatore; poichè