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 altre forme di energia solo in quanto sussista una differenza di temperatura. La parte trasformabile è uguale al rapporto della differenza di temperatura disponibile con la temperatura assoluta di trasformazione. Ma anche per tutte le altre forme di energia vale lo stesso principio. La matita che tengo in mano, possiede in grazia del suo moto attraverso lo spazio, moto al quale essa partecipa insieme alla terra e a tutto ciò che su questa si trova, una energia cinetica che supera di molto quella di una palla da fucile; essa potrebbe produrre incredibili devastazioni, se la sua energia cinetica si potesse trasportare su altri corpi. Ma questo non è possibile che quando vi sieno differenze di velocità, e quindi l’enorme velocità, ch’essa possiede rispetto al sistema solare non ha nessun valore sulla terra.

La prima legge fondamentale dell’energetica dunque, cioè la legge che l’energia si trasforma mantenendo costante il suo valore numerico, fornisce un’equazione per tutti i casi in cui un’energia si trasformi in un’altra; mentre la legge generale che regola i rapporti d’intensità dell’energia, risponde alla domanda, se e quando avverrà una trasformazione delle energie esistenti. Siccome due intensità uguali non influiscono l’una sull’altra (in realtà questo fatto definisce l’uguaglianza delle intensità), ogni trasformazione di energia presuppone differenza d’intensità. Siccome d’altra parte tutto ciò che avviene si può designare come trasformazione di una determinata forma d’energia, così il sussistere di differenze d’intensità è condizione generale di ogni divenire.1

Quando una tale differenza sussiste, il valore del «fatto avvenire», vale a dire l’importo dell’energia trasformata è proporzionale alla differenza d’intensità e quanto al resto dipende soltanto dalle energie in questioni e dai loro fattori. Il complesso di questi rapporti è esposto sinteticamente nella seconda legge capitale dell’energetica, di cui la parte relativa al calore fu già scoperta nel 1824 da Sadi Carnot. Essa si può esprimere in modo intuitivo se anche non esauriente, riferendosi a quanto dice Clausius, in questa forma: energia

  1. Questa condizione è bensì indispensabile, non però sufficiente, perchè possono sussistere differenze d’intensità compensate, senza che nulla avvenga. Anche questi casi seguono certe regolarità, e se non ne trattiamo in particolare è per non complicare senza necessità l’esposizione.