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rivista di cavalleria 514

cando la specie con la razza, si dovrebbe dire che essendovi una sola specie di cavalli, vi è una sola razza di cavalli.

Da ciò si vede la discrepanza di opinioni che esiste nel definire la razza.

Tipo indica l’impressione sintetica dei caratteri esterni dominanti di un gruppo di animali, ossia indica la costruzione architettonica individuale.

Così si hanno tipi di razza, e tipi di varietà; ma non si devono confondere con la razza e con la varietà, sebbene nel linguaggio comune ed improprio si faccia razza sinonimo di varietà, e tipo sinonimo d’entrambe.

Come attributo della razza si devono considerare i caratteri zoologici, ossia la forma del cranio e della spina vertebrale, i quali attraverso le generazioni si conservarono costanti: tutti gli sforzi fatti non riuscirono a modificarli.

Ciò dimostra che le condizioni d’esistenza, durante i tempi storici, non sono ancora cangiate; ma alcune migliaia di anni sono quantità trascurabili di fronte alla durata dei periodi geologici, per cui modificandosi l’ambiente si possono verificare le variazioni dei caratteri zoologici.

Difatti noi siamo sicuri che il tipo primitivo, ossia il prototipo cavallino è derivato da un preequide, da cui si formarono le razze moderne.

Tutte le variazioni, che possono avvenire, riguardano in modo speciale i caratteri zootecnici, ossia il colore, la statura, la conformazione esterna, lo sviluppo di alcune parti, e lo sviluppo di alcune attitudini fisiologiche.

Secondo la teoria dell’evoluzione, le specie considerate finora come distinte, non sono che forme collaterali dovute alla trasformazione del tipo primitivo.

La scienza non ha bisogno di sapere se le specie sono state create, oppure sono derivate le une dalle altre; come pure poco importa di conoscere se la legge biologica, che presiede all’evoluzione, è dovuta ad un’intelligenza creatrice, od è la conseguenza delle variazioni naturali secondo la teoria Darwiniana,