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la marcia di garibaldi da roma a s. marino 7


Il 30 giugno 1849, Roma aveva cessata la sua gloriosa difesa. Garibaldi, non essendo riuscito ad indurre l’Assemblea ad ordinare un’ultima e disperata resistenza dentro la città, decideva di partire alla testa di quanti armati volevano seguire la sua fortuna, per raccogliere attorno a sè le truppe repubblicane che comandate dal Forbes1 tenevano le provincie e continuare la guerra. Egli sperava di trovare simpatie in Toscana e di ingrossare le sue forze negli Abruzzi, nelle Marche, in Romagna; Venezia, ancora indoma, rimaneva ad ogni modo il suo ultimo rifugio.

«Fatiche, fame, sete e tutti i pericoli della guerra» egli aveva offerto ai commilitoni che volessero perseverare con lui nella lotta e moltissimi avevano promesso di accompagnarlo; ma al momento di porre in atto il divisamento, alla più parte mancò il cuore. Cause della defezione furono la scarsa fiducia nell’avvenire, l’esaurimento fisico e morale e soprattutto le larghe condizioni fatte dai francesi alle truppe romane che rimassero all’obbedienza dei capi, quasi tutti contrati alla impresa di Garibaldi.

Questi aveva dato convegno ai suoi fedeli in piazza San Giovanni in Laterano, per la sera del 2 luglio. Alle 18 cominciarono

  1. Forbes era un inglese amante sviscerato della causa italiana. Vero tipo britannico, sui quaranta anni, asciutto di persona, con la barba sempre rasa e serio in volto, indossava abitualmente un abito chiaro a grandi riquadri nocciola ed avana, ed un cappello bianco a cilindro. In questa bizzarra tenuta militare, seguito dal figlio ventenne come aiutante di campo, egli capitanava un battaglione formato con finanzieri, svizzeri disertori, volontari d’ogni paese e qualche gendarme pontificio. Era riuscito a disciplinare questa eteroclita amalgama, e ad aggiungerci 2 pezzi con 40 artiglieri. Durante l’assedio di Roma manovrò sulle strade di Spoleto e Viterbo tenendo all’obbedienza quelle regioni. Avezzana, ministro della guerra, gli fornì armi e denaro, incaricandolo di tenere aperte le comunicazioni di Roma con le Marche. Forbes si stabilì a Terni riunendo a sé qualche compagnia del reggimento La Masa, ed i dispersi delle colonne Zambianchi e Pianciani; in tutto forse 1000 fucili, 2 pezzi e 50 cavalli.