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il nuovo i tomo del regolamento d’esercizi 513


Spero che crederà infine che questo utile movimento di cedere non sia difficile (l’hanno imparato tutti i miei soldati!), e se ha trovato o trova che produce conseguenze diametralmente opposte alle vere mi fa supporre che non lo abbia bene applicato.

Egli è che per insegnar bene si richiede che gli istruttori sappiano e non credano soltanto di sapere.

I principii d’oggi sono molto facili a comprendersi e ad applicarsi specialmente per chi è nato con questi, ma ciò non toglie che non debbano essere compresi bene ed applicati meglio. Siccome il nostro orizzonte è molto più lontano di una volta, per raggiungerlo bisogna lavorare eppoi lavorare ancora, ma sempre andando dritti sulla solita via. Ecco il compito e lo studio di ogni ufficiale ed essenzialmente della scuola di cavalleria. E con tutto il rispetto che ho per il passato e per le glorie italiane nella equitazione di alta scuola, non credo affatto opportuno che a Pinerolo venga istituito un corso di alta scuola col solo scopo di rendere un omaggio al passato ed ai suoi vanti. A questo lodevolissimo fine possono bastare memorie storiche e nozioni teoriche scritte su di un libro che si potrebbe far leggere agli ufficiali; ai quali non si può ragionevolmente far perdere tempo e sopportare una fatica non indifferente, senza ottenere altro pratico risultato che quello di rendere un omaggio alle glorie passate.

Onorare ciò che hanno fatto gli altri è nobilissimo sentimento, ma è altrettanto doveroso far qualche cosa anche noi e farlo per un utile fine! Quindi invece del corso di equitazione d’altra scuola, sarebbe assai meglio reintegrare, informandolo a principii moderni, il vecchio utilissimo corso d’accertamento a capitano, ed istituire alla scuola di cavalleria stessa un corso speciale provvisorio, con modalità da studiarsi, dove gli ufficiali dell’arma, che in equitazione furono educati a principii diversi da quelli ora in vigore, fossero chiamati, magari per pochi giorni, e come si è fatto e si fa nelle altre armi, per cose di importanza simili a questa per noi, fossero chiamati ripeto per turno a studiare e ad applicare i nuovi principii del regolamento per toccarne con mano l’utilità e per abilitarsi a metterli in pratica.

È appunto dopo aver fatto comprendere ai miei allievi, le ragioni che impongono il cedere ed il modo di farlo, che potei a Tor di Quinto fare, per primo, quella discesa che ha destata l’ammirazione universale, con cavalli giovani che da 10 giorni facevano l’istruzione, senza che uno si piantasse od accadesse la benchè minima disgrazia, e che nessuno esitasse il giorno dopo nel ripeterla. Ed a quelli che trovavano ciò imprudente, pericoloso, temerario, dicevo: provate a seguir questa via e vedrete che le vostre osservazioni sono fuori posto, difatti, se non sbaglio, il tempo che è galantuomo mi ha dato ragione. Non dico questo per farmene vanto ma per dare una prova, da tutti ormai conosciuta, che quanto asserisco è giusto.

Il regolamento ben fatto è una bellissima cosa, ma non riceverà mai la giusta applicazione sino a che non sarà stato ben compreso da tutti, e che ciò non si possa ottenere solo leggendolo me lo dimostra