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406 rivista di cavalleria

noscere la bontà delle sue idee, poichè collimano colle mie, ma solo riempire alcune lacune, ch’egli, trascinato dalla forza del suo convincimento, ha lasciate, lacune tanto più appariscenti quando vuolsi dal campo degli ammaestramenti dell’equitazione di caccia e di corsa scendere ad applicare gli stessi principii, in una scala più modesta, ai nostri soldati negli squadroni.

E poichè il Caprini condanna giustamente il metodo vecchio a base di riunione, pieghi e gradi di elevazione della testa del cavallo nella equitazione militare, mi sia permesso ricordare qui quanto io scrissi in un mio opuscolo che vide la luce sulla Rivista delle corse l’anno 1896, dal titolo: Le due scuole, la vecchia e la nuova.

Molti articoli son venuti alla luce in materia di sport militare dal 1888 al 1897, ossia dal giorno in cui il Ministero, con lodevole iniziativa, istituì i militaries.

Questa benefica istituzione, che non sarà lodata mai abbastanza, doveva, naturalmente, segnare nella nostra cavalleria un’èra nuova e creare, specialmente fra i giovani ufficiali, un modo di vedere tutto diverso in fatto di equitazione militare.

Ed è appunto da questo diverso modo di vedere le cose in equitazione ch’è sorta fra una considerevole parte di ufficiali di cavalleria una nuova scuola, o meglio un sistema differente dall’antico nell’adoperare e sentire il cavallo.

Da qui il cozzo evidente del vecchio sistema col nuovo. E dei due, quest’ultimo, lo dichiaro a priori, a me pare, il più logico, il più pratico e consentaneo ai tempi ed alle guerre moderne.

Ed eccomi a parlare della riunione e delle andature laterali, tenute in tanta considerazione e stima dai fautori del vecchio sistema, al punto da dire: che non si può diventare un buon cavaliere militare senza essere prima passato per tutta la trafila dei pieghi e contropieghi, delle spalle indentro, delle mezze anche, delle groppe indentro ed in fuori, ecc. ecc., senza