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354 nicolò papadopoli

San Zacharia, lo nomina maestro delle stampe delle monete nella Zecca, e nel 21 marzo 1487 lo stesso Consiglio, riconoscendolo sommo maestro in questa arte, gli aumenta considerevolmente lo stipendio1, portandolo da 60 ad 80 ducati annui. Sebbene in questi documenti pubblici non si trovi alcuna indicazione di cognome, sappiamo ch’egli si chiamava Gambello e che segnava le sue medaglie Camelus, Camelius e Camelio con forma latina, secondo il vezzo del tempo. Per lungo tempo fu ritenuto il primo ad abbandonare il vecchio sistema della fusione con ritocco a bulino, per sostituirvi il conio anche nelle medaglie, ma Friedländer dimostra erronea tale opinione, additando medaglie coniate più antiche. Camelio ottenne ben meritata celebrità in tali lavori2, e di lui abbiamo medaglie ricercatissime tanto fuse che coniate. Senza alcun dubbio era veneziano, per essere ciò accennato nel decreto surriferito del Consiglio dei Dieci ed essendo prescritto, da un decreto del 28 agosto 14473, che a sì delicato incarico non fossero eletti se non cittadini veneziani. Nel giorno della sua nomina si stabiliscono le mansioni dei differenti incisori di Zecca, che credo interessi riferire, per determinare la importanza di ognuno. Luca Sesto, uno dei più antichi maestri delle stampe della Zecca nostra, è destinato, assieme ad Alessandro Leopardi, a fare l’immagine del Redentore sul conio del ducato; Silvestro, fratello, ed i figli di maestro Antonello sono incaricati di incidere

  1. Capitolare delle Brocche, carte 62.
  2. Lazzari. Notizia delle opere d’arte ed antichità della Raccolta Correr. Venezia, 1859, pag. 181.
  3. Capitolare delle Brocche, carte 81 tergo. — Senato, Terra, registro 11, carte 43.