Pagina:Rivista italiana di numismatica 1888.djvu/421

Da Wikisource.
382 cronaca

L’articolo del sig. Maxe-Werly, quantunque indirettamente, interessa anche la numismatica classica.

Nahuys (C.te M.) — Considèrations sur les deniers flamands au nom de Baudouin. — Sinora questi denari venivano attribuiti a Baldovino IV (989-1036); il conte di Nahuys, appoggiandosi a motivi storici, dimostra che vanno assegnati invece a Baldovino II, e che in ogni caso non possono datare da un’epoca posteriore air891, anno della battaglia di Lovanio, in cui l’imperatore tedesco Arnoldo sconfisse e cacciò per sempre i Normanni.

Queste monete infatti vengono ritrovate generalmente non nelle Fiandre, ma nella Danimarca, nella Norvegia e nella Russia, circostanza che si volle spiegare colle transazioni commerciali; l’autore invece, con ardita ma plausibile ipotesi, la spiega colle terribili invasioni dei Normanni, che saccheggiarono più volte le Fiandre, riportandone nei loro paesi uno sterminato bottino; finché la battaglia di Lovanio pose termine alle loro scorrerie.

Nel séguito del suo articolo, il conte di Nahuys ci fornisce un’ingegnosa spiegazione d’un emblema rimasto sinora inesplicato, che si vede su taluni di questi denari di Baldovino, come pure su alcune monete anglo-sassoni, e su altre di Pipino il Breve, di Carlomagno, e di Regnaldo re di Nortumbria. Tale emblema consiste in due ellissi intrecciate, o meglio in due anelli intrecciati. Il conte di Nahuys è d’avviso che questi anelli siano un simbolo del diritto di battere moneta.

“È noto” — dic’egli — “che i popoli dell’Europa settentrionale, prima di conoscere l’uso della moneta, si servivano di anelli d’oro e d’argento, tagliandone dei pezzi, i quali si adoperavano per gli scambi ed i pagamenti, che si facevano a peso. Tali anelli erano incatenati gli uni negli altri.”

“Nella Scandinavia, nell’Inghilterra, ed in altri paesi, se ne sono trovate delle quantità considerevoli.”

“I pezzi tagliati da questi anelli si chiamavano scilinga, cioè piccola suddivisione, dal verbo islandese at skilja, ta-