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226 alfredo comandini

ufficiali non ne furono fatte, e le fatte sono tutte dovute all’iniziativa privata di incisori e fabbricanti.

Le descriviamo qui, in ordine di grandezza.

Diam. mm. 71.

D/ — Genio nudo, stante, di prospetto, ad ali e braccia aperte e protese sa due medaglioni incoronati di alloro e di quercia portanti, quello di sinistra, la testa nuda a destra di re Umberto e quello di destra la testa nuda a sinistra dell’imperatore Guglielmo II. I due medaglioni sono sormontati, quello di sinistra dalla stella d’Italia, quello di destra dalla croce prussiana del merito, e poggiano su cornice al dissotto della quale, su cuscini, le corone, rispettivamente, reale e imperiale. Nell’esergo leggesi: L. POGLIAGHI INV. A. CAPPUCCIO INC. ― STABILIMENTO JOHNSON, MILANO.

R/ — Nel campo, targa romana portante, in sette linee, l’epigrafe: MDCCCLXXXVIII — GUGLIELMO II E UMBERTO I — CONVENNERO IN ROMA — AFFERMANDO LA FRATELLANZA ― DI DUE GRANDI NAZIONI — NELLE INTANGIBILI VITTORIE — DELLA CIVILTÀ’. La targa è sormontata dalle aquile reale italiana ed imperiale germanica, ad ali spiegate, questa volta a sinistra e quella a destra, portanti sul petto lo stemma della rispettiva nazione, e poggianti con gli artigli su due rami d’olivo intrecciantisi sulla targa. Sotto la targa, come in esergo, appoggiata a canne palustri, la figura simbolica, coricata a destra, volta a sinistra, di vecchio laureato, raffigurante il Tevere, con remo sulla spalla destra, e col braccio sinistro appoggiato ad urna dalla quale scorre acqua; ed ai suoi piedi, su basamento, la lupa romana e nello sfondo la graecostasis e il Colosseo.

(Tav. IV, N. 4).


Questa medaglia, eminentemente artistica malgrado taluni suoi difetti di dettaglio, fu coniata per