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di un medaglista anonimo mantovano 113

ritornarono probabilmente in patria per la via del Brennero ancora prima che incominciasse la cattiva statone. L’intagliatore, durante il suo soggiorno in Tirolo, non può aver visto Massimiliano in persona, perchè le complicazioni ungheresi, le trattative di matrimonio con re Vratislao, la breve guerra col regno vicino nei mesi di maggio e giugno, trattennero l’imperatore nella parte orientale dei suoi possedimenti ereditari, per quasi tutto l'anno 1506. Soltanto nell’ottobre egli incomincia ad avvicinarsi lentamente, per l’Austria superiore e per Salisburgo, al suo prediletto Tirolo, e nel dicembre, quando le monete colla sua effigie erano già state coniate da lungo tempo, egli arriva finalmente a Inspruck1. Il Mantovano deve quindi necessariamente essersi servito di un ritratto già esistente dell’imperatore, per riprodurne i lineamenti nel suo punzone; ed è evidente, per la innegabile rispondenza della testa sulla moneta col ritratto firmato di mano di Ambrogio de Predis, che appunto questo gli servì da modello.

In tal modo si spiega senza difficoltà la parentela dello schizzo di Venezia coll’uno e coll’altro2. Che

  1. Chr. Fr. Staelin, Aufenthaltsorte Kaiser Maximilians I, 1493-1519, nelle Forschungen zur Deutschen Geschichte, vol. I (1862), pag. 865, e seg.
  2. Che il pittore Ambrogio de Predis, — ciò che, ad esempio del Pisanello, del Francia, di Antonio Pollaiuolo, di Gentile Bellini e di altri, data la versatilità degli artisti di quell’epoca, non avrebbe nulla di strano, — non possa essere il medaglista «italiano» di Hall, lo si deduce dai seguenti motivi. In primo luogo, sul ritratto di Massimiliano egli si dico milanese, mentre il medaglista era un mantovano. In secondo luogo, in una lettera di Paolo di Liechtenstein, del 6 ottobre 1506, egli vien chiamato espressamente: mastro Ambrogio pittore da Milano (Jahrbuch der kunsthistor. Sammlungen, di Vienna, vol. V, 2, num. 4020), mentre quando Liechtenstein