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190 francesco gnecchi

durante la coniazione di queste monete e mi portarono ai confronti e alle osservazioni che andrò esponendo, dopo d’avere sgombrato il terreno di alcune inesattezze sfuggite al Cohen nelle sue descrizioni, e d’alcuni errori d’interpretazione delle figure rappresentate sul rovescio di due piccoli bronzi da lui descritti.

Seguendo il Ramus1 e senza assicurarsi de visu, il Cohen descrisse al suo N. 5 come piccolo bronzo, la seguente moneta:

D/ — FL • IVL • HELENAE AVG •
Busto diademato a destra.

R/ — PIETAS ROMANA
La Pietà di fronte rivolta a destra con due bambini in braccio.

La descrizione non mi parve poter essere esatta e, appartenendo la moneta al Museo di Danimarca, ne chiesi un’impronta al Ch. prof. L. Müller direttore del Museo di Copenaghen, il quale gentilmente me la trasmise e la riproduco al N. 16 della Tavola.

Da essa appare in primo luogo che non si tratta di un piccolo bronzo, bensì di un quinario battuto sul tipo degli altri quinari d’Elena col rovescio PAX PVBLICA2, di tipo perfettamente identico nel ro-

  1. Catalogus nunorum veterum musei regis Daniae, Hafuiae 1816. Pars II, Vol. I, pag. 210, N. 7.
  2. E tutti questi Quinari io li ritengo postumi, come li ritiene il Marchant. In primo luogo per la leggenda al dativo, quale la troviamo usata in tutte lo monete di Consacrazione o di semplice Memoria; in secondo luogo perchè l’estrema somiglianza di tipo fra i quinari di Elena e di Teodora, e la replica del rovescio pietas romana, (sia poi avvenuta re-